Secondo una recente analisi di GlobalData, le aziende con sede in Cina producono il 20% dei farmaci in sviluppo a livello globale. Un dato che conferma il ruolo di potenza emergente del Paese del Dragone nel settore farmaceutico. Per fare un paragone, la quota dei cinque principali Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito) si attesta all’11%, mentre gli Stati Uniti detengono la leadership con il 40% del totale.
Negli ultimi dieci anni il governo cinese ha implementato una serie di iniziative regolatorie mirate a rafforzare la competitività globale del settore. Tra queste spicca la policy del 2015: “Opinions on Deepening the Reform of the Review and Approval Processes to Encourage Innovation of Drugs and Medical Devices”, pensata per accelerare lo sviluppo di farmaci e dispositivi medici. Parallelamente, la modernizzazione dei trial clinici ha permesso alla Cina di diventare una regione chiave per le pipeline farmaceutiche.
“Questi risultati sono frutto di anni di iniziative regolatorie che hanno permesso alla Cina di affermarsi come fonte credibile di innovazione nel panorama farmaceutico globale», commenta Gaffar Aga, analista di GlobalData.
L’emergere di candidati farmaci promettenti nelle fasi iniziali ha portato a un aumento di accordi di licenza tra le biotech cinesi e le grandi pharma occidentali. Uno degli accordi più rilevanti del 2025 è stato quello tra AstraZeneca e CSPC Pharmaceuticals, del valore di 5,2 miliardi di dollari, focalizzato su farmaci per le malattie croniche. Molte di queste operazioni seguono il modello “NewCo”, in cui i diritti vengono assegnati a una nuova società partecipata da aziende e investitori, anziché attraverso un accordo diretto tra i contraenti.
I dati di GlobalData evidenziano, inoltre, come soprattutto gli accordi di licenza tra aziende biofarmaceutiche statunitensi e cinesi abbiano raggiunto livelli record nel 2024, con un incremento del 280% rispetto al 2020. Inoltre, nel mercato globale, le transazioni con le pharma cinesi sono cresciute del 66%, passando da un valore di 16,6 miliardi di dollari nel 2023 a 41,5 miliardi nel 2024.
“La Cina sta passando dal ruolo di “me-too” a quello di innovatore globale, ridefinendo lo sviluppo dei farmaci nel mondo. Gli altri mercati devono continuare a monitorare attentamente le pipeline cinesi per mantenere salde le proprie quote”, conclude George El-Helou, strategic intelligence analyst di GlobalData.